Cresciuta in Cina, Bonnie ha una forte percezione del modo in cui il mondo considera le donne e la femminilità, e ne tratta a fondo nelle sue canzoni. Quando si esibisce dal vivo, si trasforma in una hostess che porta i suoi passeggeri in un viaggio affascinante ed elettrizzante, assediando il pubblico con loop vocali ipnotici, pianoforti malinconici mescolati a potenti linee di basso e ritmi glitch-hop.
"Mallory", il primo singolo del suo EP "Plane-Crash", è stato descritto da The Line of Best Fits (Regno Unito) come "una fumosa canzone trip-hop scintillante dei Portishead". Il suo secondo singolo "We should go to sleep as the Birds are singing", presentato in anteprima dalla rivista Rolling Stone Italia, è stato definito "oscuro e affascinante", mentre il video musicale del suo ultimo singolo, "I want you to Die" dal suo album di debutto "Wǒ Men" (gennaio 2019), ha raggiunto 250.000 visualizzazioni su YouTube.
"Wǒ Men", cantato in tre lingue (inglese, cinese mandarino e francese), è un lume del pensieri ambiti: esprimere opinioni che sai che non dovresti, incanalare l'insicurezza nella ricerca di te stesso. Bonnie Li è già stata elogiata da media del calibro di Clash Magazine, Earmilk, Rough Trade, Rolling Stone e The Line of Best Fit.
Con una voce che si instaura tra la vecchia scuola della chanson française e una pagina del playbook di NIN sul lunatico dark-pop, Bonnie Li si lascia andare, geme e nutre il pubblico in un'atmosfera inquietante.