Di strada, metaforicamente parlando, ne hanno sempre fatta molta i quattro canadesi da qualche anno ribattezzatisi Preoccupations. Dapprima a livello di sigla e formazione, ovviamente in maniera non dipendente dalla propria volontà visto che la formazione primigenia, ovvero gli Women, si stoppò al momento della morte improvvisa del chitarrista Christopher Reimer; non che la reincarnazione in Viet Congsia andata meglio, visto che le pruderie post-ideologiche e spesso iper-fuffose a stelle e strisce (leggi boicottaggio dei live) indussero un nuovo cambio di sigla. Ora con il nome Preoccupations dovrebbe, e il condizionale è d’obbligo, andare tutto bene ma chissà, forse i quattro hanno già preparato un nuovo nome.Esatto, gli Wire, che guarda caso tornano a galla in questo nuovo album Arrangementssoprattutto per ciò che riguarda le linee melodiche, nettamente più presenti rispetto all’immediato passato, per lo meno nella side A del disco. L’opener Fix Bajonets! è più che un rimando alla storica formazione inglese tra chitarre vorticose e abrasivamente post-punkish e un cantato melodico e ossessivo che indirizza la prima parte del disco, come testimoniano l’ottima seppur idiosincratica Death To Melody, gli intrecci sonici “catchy” di Slowly, la trascinante e revivalistica Ricochet.