V riprende un po’ dove il precedente lavoro si era concluso, dall’allontanamento definitivo dai canali space-rock/stoner dei primi dischi (e che vedevano anche la partecipazione di Bent Saether dei Motorpsycho), per spostarsi in quelli forse a loro più congeniali della NWOBHM. Trasformazione in cinque atti compiuta, quindi, da Jerry Garcia agli Iron Maiden senza fermate intermedie e in una manciata di dischi. Introdotto dal poderoso sax di Rolf Martin Snustad e dai sei minuti di All and Everything, V fila via che è una bellezza, tra moine alla band fondata da Steve Harris, ai sempiterni Motörhead (Twentyfourseven), fino ad arrivare ai Kyuss, omaggiati in Whirlwind Rodeo con un riff tutto Sabbath e funghetti accelerati. A chiusura, la cavalcata Do I Need a Doctor…?, degna conclusione di un buon disco senza troppi fronzoli.