36 Crazyfists - A Snow Capped Romance La ricetta per confezionare un prodotto discografico digeribile da quella schiera di stomaci sempre affamati che è il pubblico nu-metal/emocore è nota. Prendi delle chitarre compresse e sufficientemente distorte e disponi dei riff abbastanza cattivi e contorti, aggiungici un basso gonfio, una batteria di granito, condisci il tutto con una voce a tratti melodica a tratti urlata e innaffia il tutto con un buon mix, e magari qualche ramoscello di elettronica. Ritmiche sincopate e riff violenti non sfiorano mai la banalità, la batteria architetta dei veri e propri capolavori di ritmica, grazie soprattutto al magnifico rullante che sembra essere uscito da decenni di post-produzione. Ma non è solo questo, c'è qualcosa di assolutamente inedito nello stile di questa band, e forse ha a che fare con il loro luogo di origine: l'Alaska. A volte si ha davvero l'impressione di ascoltare un fuoco che crepiti sotto il ghiaccio, in attesa di esplodere. Insomma, questo secondo album dei 36 Crazyfists rasenta la perfezione, pur rimanendo nel recinto di un genere che viene ogni giorno più abusato. Ma se i quattro ragazzi dell'Alaska hanno stupito una volta, possono farlo ancora, per questo attendo con impazienza il loro prossimo lavoro. Magari fra un paio d'anni, quando il fuoco avrà consumato il ghiaccio e loro potranno finalmente esplodere.