Spesso considerati sin troppo unidirezionali (il che si traduceva con l’esplicita accusa di monotonia e ripetitività), almeno per quanto ascoltato nelle precedenti uscite (tre brevi e due lunghe), gli ex Amendment 18 (credo che l’abbreviazione del nome sia solo una questione di praticità) se ne escono con un disco (il secondo per Victory) che cancella i dubbi che li avevano sinora accompagnati. Infatti ‘Dear Furious’ condensa in 34’ un buon coagulato di suoni hardcore poderosi, cercando di tenersi a debita distanza dalla materia metallica (e nei casi in cui risultano lontanamente contigui al metal-core possono semmai venire assimilati ai Pro-Pain), e portandosi appresso il bagaglio storico di Minor Threat, Sick Of It All o Agnostic Front e quindi avendo nel proprio DNA i geni che si tramandano sin dalle prime generazioni punk (in particolar modo quelle più iconoclaste). La velocità di esecuzione dei tredici brani è sempre sostenuta e il sound viene fatto risaltare dalla precisa produzione di Paul Miner (membro di Death By Stereo e già all’opera con Atreyu, Eyelid, Thrice, Adamantium, Curl Up And Die, Throwdown, Terror, ecc.). Sintetici, in grado di raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile, aggressivi, straight edge, passionali e totalmente dedicati alla causa. In una sola parola: hardcore!