ADEM: Che qualcosa di archetipo e ancestrale si nascondesse dietro al nuovo lavoro di Adem c’era da aspettarselo. Love And Other Planets (2006), questo il nome del secondo lavoro da solista dell’ex bassista dei Fredge, la dice lunga sulla sua nuova visione musicale. Divenuto di recente un navigatore dello stile buckleyano, Adem Ilhan è capace di passare giorno e notte a mescolare elementi folk e sussurri elettronici, ai silenzi malinconici e allo sguardo di un pastore errante assorto nella contemplazione del manto stellato. Le dodici tracce che compongono Love And Other Planets sono un elisir d’amore che si sussegue armoniosamente e insieme una luce nel buio galattico dei nostri emisferi terreni. Come il precedente Homesongs (2004), il songwriter londinese ha sperimentato l’energia di un concept-album accidentale, in cui le forzature tematiche sono bandite ma resta invece una accordo di suoni ideale che percorre tutti i brani del disco. Chitarre acustiche nitide e avvolgenti, arpeggi circolari alla Jim O’Rourke (Warning Call) e richiami al pianeta radiohead con Last Trasmission From The Lost Mission e sperimentazioni azzardate che lasciano spazio ad incontri ri-avvicinati al pianeta pop di Damien Rice (Spirals). Ancor più affascinante se si pensa che il Nostro ha un disturbo dell’udito che gli concede soltanto un percezione monoaurale dei suoni, tanto da esser aiutato in fase di mixaggio dall’amico Kieran Hebden. www.adem.tv www.myspace.com/ademofficial