La ricerca in solo di Agnese Amico parte dal progetto discografico Alalie, pubblicato da
Zoar Records nel 2022 e registrato con l’hardingfele, strumento tradizionale in uso nelle regioni sudoccidentali della Norvegia, dove viene usato per la danza, accompagnata dal battito ritmico dei piedi. Nella sua conformazione moderna questo tipo di strumento a corda è molto simile al violino, differenziandosene per la costruzione (legno più sottile e decorazioni caratteristiche) e soprattutto per le quattro o cinque corde aggiuntive che risuonano per simpatia insieme alle quattro principali che vengono suonate come sul violino. Il lavoro esplora attraverso il linguaggio dell’improvvisazione libera la
sensazione di alalia, ossia di perdita di parole, pensieri e ricordi che porta all’incapacità di interagire con un determinato ambiente. La sua musica è «un’esplorazione della sensazione di alalia con i miei paesi d’origine siciliani e norvegesi e gioca con questo senso di distacco. La musica prende ispirazione dalle canzoni popolari di quelle terre, senza pretendere di farle mie. Le canzoni interagiscono, come l’odore della neve e dei fichi che si fondono in un unico profumo indefinibile».
Amico è violinista di formazione classica la cui attività si divide tra il repertorio classico,
con il lavoro in orchestra e in ensemble, e l’improvvisazione, in varie formazioni. Dal
2019 è membro del Quartetto Obliquo, una formazione di archi dedita alla ricerca sui
nuovi linguaggi musicali, e della DOOOM Orchestra, ensemble di improvvisazione
libera. E’ stata artista in residenza per MAC – Comune di Padova e indaga la relazione
tra suono e spazio attraverso il progetto Maaterials. Ha all’attivo collaborazioni con variefondazioni lirico-sinfoniche.