Potrebbe essere l’inizio di una fiaba o la trama di un film anni Ottanta: tre fratelli formano una band, scrivono, producono e registrano musica nel loro soggiorno e finiscono per entrare in un mondo magico diverso da qualsiasi altra cosa là fuori. Quei fratelli hanno formato il trio indie pop AJR e il mondo magico è costituito dal loro quarto album, OK Orchestra (AJR / BMG / Ultra / Black Butter, 2021). Pennellate di alternative rock, pop da canticchiare e la grandiosità di Broadway animano questo mondo in technicolor, mentre la band – Adam (basso, voce), Jack (voce, chitarra) e Ryan (ukulele, pianoforte, voce) – amplifica ogni elemento del loro suono.
«Con questo lavoro abbiamo davvero cercato di creare un mondo», afferma Ryan. «La nostra fanbase è cresciuta costantemente, album dopo album. Il suo supporto ci ha resi più sicuri nel volerla invitare in questo nuovo spazio. Abbiamo davvero capito chi siamo, ed è nato l’album più vario che abbiamo mai registrato. Contiene alcune delle nostre canzoni più felici e allegre, oltre a quelle più tristi e rabbiose. Stiamo allargando le nostre frontiere. È eccitante.»
Ogni mossa nella loro carriera ha portato gli AJR più vicini a questo punto. Reimmaginando cosa può essere il pop nel ventunesimo secolo, il trio è arrivato alla ribalta senza pretese come una vera fabbrica di hit ed è diventata una delle più note band indie del mondo. A partire dal 2012 ha accumulato miliardi di stream e una lunga serie di singoli e album multiplatino in tutto il mondo. Spotify ha inserito Sober Up (con la partecipazione del frontman degli Weezer Rivers Cuomo) nella lista Best Rock Songs of the 2010s, mentre Apple Music ha incluso Weak tra le Best Alt Songs of the 2010s, e la formazione è annoverata tra i 500 artisti più ascoltati su Spotify.