Partito alla fine degli anni Ottanta con i Love Child e i Blue Humans e arrivato alla carriera solista solo nel 1994, Alan Licht è uno dei più interessanti tra i 'giovani' chitarristi d'avanguardia statunitensi. In pianta stabile con i Run On (“Dentro i Run On mi vedo come Jeff Beck negli Yardbirds: per lo più si tratta di tessiture sonore e solo di tanto in tanto mi butto in qualche assolo un po' fuori schema.”) ma sempre impegnato in collaborazioni importanti come quelle con Keiji Haino e con Loren MazzaCane Connors, Alan divide la sua ispirazione soprattutto tra due passioni: il minimalismo e l'improvvisazione, ed è sempre su questi due 'estremi' che la sua musica si misura. Il paradosso è che nelle sue mani due generi teoricamente così antitetici (l'apparente stasi e il calcolo minimalista vs. lo spontaneismo della musica improvvisata) diventano quasi un corpo unico in cui è possibile trovare impensabili punti d'accordo come stratificazioni noise che si reiterano in forma di drones magicamente 'improvvisati' o partiture per organo (il suo secondo strumento) la cui superficiale compattezza nasconde uno studio di stampo più improvvisativo che razionalmente calcolato. In entrambi i 'settori' Alan si è dimostrato anche un notevole esperto e critico, con numerosi articoli pubblicati su Halana, Logopandocy e Wire.