La sperimentazione fa parte del bagaglio artistico di Alessandra Celletti, una delle più interessanti artiste del panorama nazionale, a cavallo fra passato e futuro. Ogni suo lavoro cela delle sorprese e si affida all’ispirazione ed alle sensazioni del momento.
Non si discosta da questo, naturalmente, anche Cellettiblue, un progetto che già nel titolo e nella sostanza si ispira ad una delle passioni (in ambito cromatico) della pianista e compositrice romana: quel blue che spesso compare nei suoi video o nei fantasmagorici abiti indossati. In questo caso, poi, Alessandra si spinge ancora più in là cercando di raggiungere le fonti della purezza intesa come flusso musicale colto nella sua creazione e divenire. Ne esce fuori qualcosa di sublime che fra scritto, suonato o soltanto immaginato ci trasporta in un’altra dimensione: quella del sogno, delle emozioni e della purezza dei sentimenti. Due lunghe suite (“Blueone, “Bluetwo”) che colgono aspetti diversi della sua sensibilità e costituiscono, probabilmente, una delle migliori perle di un già splendente percorso artistico. Atmosfere sognanti e romantiche emozioni che si dipanano fra neoclassicismo e minimalismo acustico.