Un omaggio che Meroli, musicista trasversale e poliedrico (noto anche come sax baritono nella band rock sperimentale Splatterpink, ), fa al jazz e al modo classico di suonarlo. Una sorta di Exercices de style di Queneau in chiave jazzistica.
«È una vita che dedico la mia attenzione al jazz, ho sempre ritenuto che fosse l’anima e la colonna portante dell’espressione musicale del ‘900» racconta Alessandro Meroli. «Questa passione l’ha innescata mio padre, che ha visto tutti i grandi musicisti afroamericani. Ho avuto la fortuna di vederne molti anche io e di conoscerne da vicino alcuni, in particolare italiani come Massimo Urbani, Luciano Milanese, Andrea Pozza, e con Carlo Atti, Massimo Greco e Nico Menci sono legato da profonda e duratura amicizia».
E proprio Nico Menci è una delle tante preziose collaborazioni in Broken Jazz Dreams: solo per citarne alcune, Giancarlo Bianchetti alla chitarra, Emiliano Pintori all’organo Hammond, il violinista Massimiliano Canneto, la tromba di Maurizio Piancastelli, le percussioni di Roberto Rossi e la splendida e calda voce di Silvia Donati, nel brano Duke Ellington’s Sound of Love di Charles Mingus.