Se Takana Zion è un giovane ricco di prospettive, Alpha Blondy è il messaggero del reggae africano. Una vera leggenda vivente, capace di attirare ancora milioni di fans intorno al suo universo musicale. Un universo che si arricchisce da questo mese di aprile di una nuova stella, il cui nome è “Vision”. Dopo tre anni di silenzio e un tormentato periodo che lo ha visto coinvolto nella lotta di potere sfociata poi in guerra civile nella sua Costa D'Avorio, l'artista mette un altro tassello ad una carriera musicale che ha dell'incredibile, tanto è lunga e ricca di soddisfazioni. “Jah Victory”, uscito appunto nel 2008, era stato salutato come una sorta di ritorno alle origini di Alpha Blondy, dopo una serie di album non del tutto convincenti. Quello che la gente chiede al singer africano è un sano roots rock reggae, immerso e abbracciato dai suoni e dalle atmosfere della Motherland. E Alpha Blondy con “Vision” prova e possiamo dire riesce a soddisfare le attese, con 13 tracce nelle quali si respira l'odore di alcuni suoi capolavori, registrati in particolar modo negli anni '80. Un'aria che si respira sin dal brano di apertura, “Rasta Bourgeois” nel cui testo l'artista denuncia i media che amano presentare la figura del Rasta in Africa, sempre con corredo di povertà e indigenza. La base, suonata come le altre dalla storica Solar System che da sempre lo accompagna non senza qualche momento di separazione, è un solido e corposo reggae puntellato da puntuali riff di chitarra elettrica. Una “heavy bassline” rende “Trop Bon” una delle migliori canzoni dell'album, mentre echi di “Cocody Rock” risuonano nella travolgente “Pinto”. “Tu Mens” e “Ma Tete” esprimono la militanza politica di Alpha Blondy, che nel primo brano li accusa di mentire continuamente, mentre nel secondo si ribella all'uso strumentale che gli stessi politici – in particolare quelli ivoriani – fanno della sua figura. La famosa “Vuvuzela” diventa lo strumento per lanciare un ennesimo appello affinché tutti si preservino da una malattia come l'AIDS. Atmosfere più pacate caratterizzano “Ces Sois – Disant Amis” e “Massaya”. La degna chiusura è affidata alla bellissima “Le Cha Cha Cha Du CFA” (un richiamo affinché l'Africa sia davvero indipendente) e alla melodica “L'Autre Rive”. Da segnalare infine l'interessante iniziativa che dà su ITune anche la possibilità di acquistare 12 ulteriori tracce, frutto del lavoro di altrettanti artisti ivoriani. www.alphablondy.info www.facebook.com/ALPHABLONDY