AMELIA CUNI / W. DURAND Ashtayama Una lunga attesa, ripagata da una bella confezione con libretto edita dall'Amiata Records di Firenze, ma soprattutto dalla scintillante ed austera purezza della voce di Amelia, che in questi 8 canti-yama interpreta con perfezione invidiabile, una relazione tra cicli naturali e musica secondo l'antica tradizione Indostana del canto Dhrupad. (in sanscrito Ashta vuol dire infatti 8 e yama fascia oraria a sua volta suddivisa in 3 ore ) L'importanza di "Ashtayama" è però nella sua assoluta modernità, nel suo farsi gioco superbo di relazioni tra linguaggio arcaico-ancestrale (quello del raga) e libera improvvisazione. L'aspetto principale di un'opera come questa che potremmo definire di "confine", è nel suo ben riuscito equilibrio tra tradizione e sperimentazione, tra ricerca e disciplina. La voce di Amelia Cuni è unica in Europa ad interpretare un canto così complesso pur nella sua apparente semplicità, ed antico come il Dhrupad. Ma qui azzarda molto di più: far confluire uno stile costato anni di paziente lavoro e ricerca in India come in Europa, in un flusso organico e cangiante di nuove possibilità ed intersezioni sonore. Ecco allora che il ruolo di Werner Durand musicista ancora poco conosciuto in Italia, è assolutamente di prim'ordine in sede di missaggio e registrazione. Con l'ausilio di semplici digital delays ed un registratore digitale ad 8 tracce, ha creato un invisibile flusso di dnones e loops, dilatando verso l'atemporalità e senza alterarne la naturalezza, la voce di Amelia. Alla fine al di la delle stesse non meno importanti relazioni teoriche, per chi ascolta, il risultato è piuttosto quello di un'incantevole disegno sonoro.