I finlandesi a Berlino Ville Haimala e Martti Kalliala fanno – nomen omen – scansione dell’amnesia. Dopo alcune uscite su formati meno voluminosi e qualche prestigiosa incursione nel circuito dell’arte londinese (ICA e Serpentine Gallery), hanno pubblicato l’estate scorsa il proprio album d’esordio. Intitolato a “un’altra vita”, il disco allude alla dialettica Uomo/Macchina, divenuta molto più serrata con l’avvento del digitale, a tal punto da rendere incerto chi sia il terminale di cosa. Ci troviamo dunque nella zona del transumanesimo e non a caso gli Amnesia Scanner vengono citati fra i massimi esponenti su scala musicale dell’accelerazionismo: “Teoria politica secondo cui si può giungere al superamento del capitalismo accelerando, anziché contrastando, i processi che lo caratterizzano”, dice Treccani. Una controversa visione del mondo coltivata inizialmente, a metà anni Novanta, presso l’università di Warwick, in Inghilterra, generando diramazioni successive verso il pensiero politico di sinistra (il compianto filosofo e critico Mark Fisher) e di destra . In un certo senso Another Life rappresenta tali contraddizioni, esprimendole in musica attraverso radicalità “industrial”, cavernosità dubstep e R&B tendente alla trap: una colonna sonora adeguata al nostro tempo che dal vivo viene potenziata da un impressionante corredo visivo.