Come cantautore devi essere originale, devi sapere ascoltare la tua stessa voce”, dice. “Io però ascolto tantissimi generi, molto diversi tra loro, e in molti casi sono di grande ispirazione. Ci sono alcuni dischi che riprendo sempre come “Taking My Time” di Bonnie Raitt, anche se adesso sono più indirizzato sul genere di Primus e Ween; sono aperto a tutto. Abbiamo appena tenuto un concerto dove gli Hatebreed suonavano nella stanza di fianco e l'energia che trasmettevano era incredibile”. “MISSION BELL” è un drammatico salto in avanti per la musica di Amos Lee ma anche un primo passo in una nuova dimensione creativa. Le collaborazioni presenti nell'album hanno aperto nuovi orizzonti per il cantautore americano. “L'idea di suonare e cantare con altre persone è diventata una possibilità decisamente interessante a questo punto della mia carriera”, dice. “Ho speso tanto tempo a concentrarmi esclusivamente su me stesso e non c'è ragione per non aprire a nuove opportunità”. www.amoslee.com - www.twitter.com/amoslee www.facebook.com/amoslee - www.myspace.com/amoslee