AMUSEMENT PARKS ON FIRE / Out Of The Angels Pochi forse avranno memoria di che razza di band con gli attributi siano stati i Catherine Wheel di Brian Futter e Rob Dickinson. Gli Amusement Parks On Fire ne ricordano molti aspetti, tra cui la capacità di comporre poderosi mid-tempo pumpkinsiani a presa immediata, chitarre che si aprono a ventaglio verso orizzonti di crepuscolare intensità sonora, malinconiche melodie che emergono liquide tra monolitiche distorsioni quasi droniche. “Out Of The Angels” indugia decisamente su quel modello, a cui va aggiunta qualche tutt’altro che smorta rilettura post-rock. Niente da dire quindi, anche perché come successo per Organ, I Love You But I’Ve Choosen Darkness e Film School, giusto per citare gli ultimi, qualche dischetto derivativo può anche gradevolmente rubarvi qualche mezz’oretta di tempo, soprattutto quando le canzoni accarezzano l’udito con tanta leggiadria melodica; e mica vorrete ascoltare sempre Stockhausen e Braxton (Antony ovviamente), o no? Comunque sia, “Out Of The Angels” consta di dieci composizioni pregne di passione e sincerità, e se in tutta onestà nessuna canzone spicca particolarmente sulle altre, è pur vero che la media qualitativa complessiva ci pare piuttosto elevata. Adesso vi aspetterete una breve descrizione dei singoli pezzi, giusto? Beh, oggi il recensore è un po’ pigro, abbiate pazienza, per cui vi suggerisce di procurarvi “Chrome” e “Adam’s And Eve” dei suddetti Catherine Wheel, “Mezcal Head” degli Swervedriver, “Nowhere” dei Ride, qualcosa dei Mogwai, e siete a posto, l’ispirazione della band è tutti in quei dischi. Ecco, avremmo piacere che gli Amusement avessero un buon successo commerciale, poiché potrebbero rappresentare il classico “gruppo chioccia”, necessario ad allevare l’orecchio degli ascoltatori mainstream , conducendoli verso suoni simili, ma di ben altra complessità e spessore qualitativo. www.amusementparksonfire.com