ANDY VOTEL Andy Votel da Manchester, che fino a oggi era noto soprattutto per essere il talent scout del Mercury Awarded Badly Drawn Boy, e il sogno e l'incubo che anima le notti di ogni collezionista di dischi di questo mondo. Nessuno infatti può capire un cascinotto malato terminale di formati strani (il genere di persona che in casa ha uno scaffale apposta per i 10" e un altro per i picture sagomati) meglio di un cascinotto malato terminale di formati strani che diventa artista e discografico. Così è stato, infatti, con la Twisted Nerve, che nei suoi tre anni di vita fra le tante voci del proprio intricato catalogo ha anche - viva la faccia - una compilation distribuita nell'improbabile formato cassette-only. Immaginate un James Lavelle incapace di percepire il proprio potenziale di coolness (e quindi di capitalizzarlo), e avrete un'idea di cos'é Andy Votel. Catalogatore di dischi strani, collezionista di scarpe da ginnastica, dj, grafico, discografico, film-maker (per ora solo d'oscuri videoclip spermentali), bastian contrano professionista ("Quando giravo con i dj della Grand Central piuttosto che ammettere che le loro cose mi piacevano suonavo solo pop francese") e adesso autore di un album - Styles of the Unexpected - per il quale una definizione non originalissima, ma molto vicina alla realtà potrebbe essere "Spencer Davis Group sotto MDMA". La modalità è quella, solita, dei frammenti eterogenei fatti convergere sotto un unico ombrello stilistico (in questo caso dalle connotazioni trasversalmente lounge). E con qualcosa d'inquietante e "fuori posto" a tenere insieme il tutto, che sia un mesto tono di violoncello o un riff già sentito chissà dove. "Mi sono sempre state simpatiche le gazze" sintetizza Votel: "Mi piace il modo in cui prendono quello che serve loro senza chiedere permesso, e poi 'fanculo. Ho sempre pensato che fossero la specie animale più figa del creato!" Andy Votel: ne basterà uno solo a un mondo alla mercè dal nuovo album degli U2?