Ant Antic, Il duo composto dal produttore Tobias Koett e dal polistrumentista Marco Kleebauer è attivo tra Vienna e Berlino. Il primo ep “Blood Sugar” esce nel maggio del 2015 ma è con "Wealth", album pubblicato nell'estate 2017 per Seayou Records, che la band debutta ufficialmente. Il disco contiene undici brani che rappresentano perfettamente la loro attitudine electro-pop e clubbing; con un originale mix in cui i synth potenti e le sonorità techno incontrano la voce malinconica di Tobias, gli Ant Antic si sono affermati come una delle più interessanti proposte nel panorama della musica indie europea.
«Io e Marco Kleebauer siamo cresciuti nella stessa regione, nell’Austria settentrionale, ma ci siamo conosciuti via internet quando entrambi vivevamo a Vienna», racconta Tobias Koett. «All’inizio l’idea era di registrare solo una canzone insieme, ma è stato talmente divertente che abbiamo deciso di dare vita a un progetto più corposo. Nel 2015 siamo nati come Ant Antic e abbiamo pubblicato il nostro primo EP, “Blood Sugar”. Dopo che mi sono trasferito a Berlino nel 2017, abbiamo costituito la line-up attuale, e siamo in tour dallo scorso anno con il nostro album di debutto, “Wealth”». Il nome Ant Antic nasce da una allitterazione. «Ho volutamente scelto due parole che non avessero alcun significato insieme (in italiano si può tradurre più o meno come “strana formica”). Ovviamente non ho scelto a caso un nome che iniziasse con la “A”: in questo modo è sempre in cima a ogni lista!», scherza Koett.«Siamo tutti e due influenzati tanto dal pop contemporaneo, quanto dalla musica elettronica, e cerchiamo sempre di spingerci ai limiti di entrambe. In cima a tutto, poi, c’è la musica con cui siamo cresciuti, dall’alternative rock, al jazz e a tutto quello che c’è in mezzo. L’anno scorso sono usciti alcuni album jazz splendidi, e oggi questo genere ha un ruolo fondamentale nella nostra produzione. Nella mia playlist attuale ci sono nomi come Yussef Kamaal, Alfa Mist e Joan As Police Woman». Il produttore austriaco bazzica anche la musica italiana. «Ho guardato molti documentari sulla musica italiana degli anni ’80, soprattutto riguardo l’uso dei sintetizzatori. Purtroppo ho dovuto recentemente vendere il mio adorato synth italiano Siel Orchestra, ma lo amavo follemente. Per quanto riguarda gli artisti che vengono dal vostro paese, il mio trio d’oro è composto da Pavarotti, Vivaldi ed Eros Ramazzotti». In conclusione Koett spiega i punti di forza del duo. «Unire il sound sperimentale alla musica pop, più accattivante. Ci piace creare suoni d’atmosfera, multistrato, e combinarli con melodie accessibili e ritmi più cool».