ANTHONY COLEMAN Shmutsige Magnaten (Tzadik/Demos) La profondità espressiva, sia dal punto di vista musicale, che da quello delle emozioni indotte nell'ascoltatore, che emerge dalle dieci composizioni eseguite da Anthony Coleman è veramente impressionante. Forse riflette la devozione che il pianista statunitense nutre nei confronti di Mordechai Gebirtig, ovvero colui che ha composto le partiture qui interpretate. E il fatto che l'album sia stato registrato dal vivo, durante la performance tenuta da Coleman al Jewish Cultural Festival di Cracovia, allo scoccare della mezzanotte del 1 luglio 2005, a poca distanza dal luogo natale dello stesso Gebirtig, credo che abbia certamente accresciuto l'intensità della performance. Una prestazione di altissimo livello, non solo per come Coleman conduce il piano (accompagnandolo con sporadiche parti di voce recitata), ma anche per il senso di immediatezza che cerca di far comunicare ai suoni, nonostante sia impegnato con trame per nulla semplici e che, ovviamente, conservano ben poco delle sonorità folk delle tracce originarie, per abbracciare un universo parallelo, fatto di note sospese nel tempo e di narrazioni malinconiche, dove la semplicità fa rima con grandiosità.