Esce a novembre 2016 per Libellula “La galleria del vento”, il disco che vede l'esordio solista di Antonio Firmani, registrato e mixato da Francesco Giuliano ai Red Box Studios. Nove brani che raccontano la vita di coppia alla soglia dei trent’anni, analizzata in molte delle sue sfaccettature. Cosa la fa funzionare, cosa no, cosa la inficia e cosa invece la rende duratura in un preciso lasso di tempo: quello dell’inizio dell’età adulta. Un disco dal taglio quasi cinematografico, a partire dalla suite strumentale iniziale di Le candeline dei trent’anni, passando per i richiami alle batterie del film premio Oscar “Birdman” in Semplice e agli echi di serie tv, quelle che hanno caratterizzato l’adolescenza di chi è nato a metà anni ’80 (Pacey Witter e Una casa felice, è stata una casa felice) Tra suggestioni letterarie che citano Raymond Carver (La galleria del vento e Mario e Alice, principianti), la metafora della galleria del vento permea le storie di Mario e Alice, i due ultraventenni protagonisti di questo disco. La galleria del vento è un'apparecchiatura utilizzata per studiare l'andamento di un flusso attorno ad un corpo. Da un lato quindi la coppia, intesa come corpo in movimento, dall’altro la galleria del vento, a rappresentare tutto l’insieme di variabili e costanti che ruotano intorno a questo microcosmo.
«Questo disco parla della vita di coppia al bivio dei trent’anni, i meccanismi che la muovono e le dinamiche che invece la immobilizzano. Mi piaceva l’idea di non scrivere un disco di finzione, bensì di qualcosa che, seppure in parte, conosco e ho vissuto – racconta Antonio Firmani -. Il fuoco delle storie è sulla mia generazione, quella dei trentenni, vista attraverso gli occhi dei due protagonisti del disco: Mario e Alice. Ho sempre pensato che, a differenza dell’inglese con cui mi ero già cimentato, scrivere in italiano fosse la cosa più difficile al mondo, e invece per questi brani i testi sono venuti fuori da soli, come per magia. Durante la fase di scrittura, fondamentale è stato l’“incontro” con Raymond Carver e col suo modo di fotografare l’amore. C’è molto di lui in questo disco, mi ha influenzato tantissimo, soprattutto nel raccontare come spesso l’età adulta coincida con l’inizio della disillusione, e come certe relazioni, pur arrivando al capolinea, durino per sempre. “La galleria del vento” parla insomma dei bisogni e delle aspettative di una generazione disillusa, diventata adolescente troppo presto e adulta troppo tardi.»