Antonio Raia è un giovane musicista e improvvisatore napoletano.
"Asylum", pubblicato il 16 novembre 2018 dalla cult label portoghese Clean Feed Records (Evan Parker, Mats Gustafsson, William Parker, John Butcher), è il suo LP d'esordio e fa seguito a un paio di EP e molte esperienze in studio e dal vivo, anche al fianco di nomi come Chris Corsano, Adam Rudolph, Elio Martusciello, Alvin Curran, Colin Vallon, Lisa Mezzacappa, Ken Vandermark, Caterina Palazzi etc
Il sax tenore è il protagonista assoluto del disco: suonato senza sovrastrutture né filtri, in modo viscerale, vibrante, scarno e poetico, sembra incarnare sia nei momenti più esplosivi e vulcanici sia in quelli più pacati e riflessivi la bellezza struggente e disperata della metropoli partenopea.
“Non c'è albero che voglia male al giardino / Non c'è figlio che non abbia avuto utero / Non c'è uomo che non possa farsi asilo”. Asylum porta con sé importanti metafore sociopolitiche: il titolo rimanda al concetto quanto mai attuale di essere umano come accoglienza verso il prossimo, di casa come rifugio, ed è intimamente legato all’Asilo Filangieri, un ex orfanotrofio nel cui refettorio in disuso si sono svolte le incisioni. Da qui l'origine di pezzi come Refugees, The Children In The Yard o Lullaby. E poi c'è Napoli, appunto, presente non solo sullo sfondo, come humus nel quale il disco affonda le proprie radici, ma anche nella scelta coraggiosa di riproporre (in chiave astratta e quasi decontestualizzata) due classici quali Torna a Surriento e Dicintencello vuje.
Il resto della scaletta, per un totale di dodici tracce messe in ordine come i capitoli di un libro, è completato dallo standard jazz Misty e da nove inediti che procedono tra melodia e riverbero, mantenendo sempre saldo il rapporto tra suono e spazio. Ascoltate The Lights Insight Scream: quella che urla, nella cura maniacale dei dettagli, è l’emozione, a illuminare un mood altrimenti noir. La drammaturgica Fire On Heart parte con un fischiettio morriconiano, a richiamare Alessandro Alessandroni, prima appunto di far bruciare a piene polmoni le note.
Il suono è totalmente acustico, in presa diretta, privo di sovraincisioni o effetti elettronici, così da catturare l’urgenza che muove e sottende l'ispirazione di Raia. Di fondamentale importanza, in tutto ciò, è l’apporto del “partner in crime” Renato Fiorito, fonico e compositore elettroacustico, che ha individuato dieci microfoni da distribuire nell’ex Asilo secondo specifici parametri e che, dal vivo, aggiungerà dell’elettronica in field recording per ricreare un setting in cui muoversi.