IL NOME
Sì, ci chiamiamo proprio Arbitri Elegantiae. lo sappiamo, è terribile! Non Abiti Eleganti, né Arbitri Eleganti o Arbitri Elegantia/zia/za, né tantomeno Alberi Eleganti, come ci hanno chiamati in un'occasione importante. Ci chiamiamo Arbitri Elegantiae , con tanto di "ti", che si legge "zi" e di "ae", che si legge "e". È difficile da accettare ma è così. Perdonateci. Questo strano nome non è del tutto insensato: significa "arbitri dell'eleganza", come il soprannome dello scrittore latino Petronio. Ma perché proprio un nome in latino?! Beh, perché ha unificato i popoli, non solo linguisticamente. Abbiamo scelto il latino anche per una sorta di mediterranea ribellione all'inglese, che è diventata da poco la lingua di comunicazione universale. Diffidiamo delle potenzialità comunicative di un popolo che, pur vivendo in un'isola, non sa nemmeno cucinare le linguine allo scoglio! Oltretutto ci piace molto come ci siamo chiamati, sia perché suona bene, sia perché nasconde un significato più profondo. Sentirsi arbitri dell'eleganza dà un senso di responsabilità maggiore verso ciò che ci circonda. Noi tutti siamo i custodi della Bellezza e questo nome ce lo ricorda. Se facciamo bene il nostro lavoro, curiamo le nostre passioni e le nostre relazioni riusciamo a migliorare il mondo.
GENERE E NUMERO
Possiamo dire che facciamo un folk cantautorale contaminato (va di moda scrivere "contaminato".). È un po' lungo, ma rende abbastanza l'idea di quello che suoniamo. Una musica vicina al folk e al country, ma con influenze che vengono dal reggae e dalla musica classica per poi rimanere incastrate nelle nostre canzoni.
Siamo quattro begli elementi. Federico Messersì che suona il basso, varie chitarre, percussioni e praticamente tutto quello che gli capiti a tiro, incluse persone e suppellettili. Alla guida spirituale e morale, Giovanni Frulla, che si occupa con sua moglie dell'incremento demografico degli Arbitri. Ci è sembrato opportuno metterlo alla tromba (anche perché ci si è diplomato al conservatorio). Veniamo a Gabriele Ciceroni: clarinetto, fisarmonica, cajon flamenco, chitarra, ocarina, flautini, pifferi, canto, varie ed eventuali. Riesce a suonare fino a cinque strumenti a concerto, a volte anche contemporaneamente e, sinceramente, ci fa un po' impressione. Infine, ultimo ma non ultimo, Lorenzo Franceschini , frontman, cantante, poeta e compositore, strimpellatore di chitarra acustica, mandolino e ukulele, insufflatore di armonica a bocca e, all'occorrenza, sapiente titillatore di marranzano.
Ci siamo conosciuti tanti anni fa, alcuni al Liceo, altri prima, e da tempo immemore ci divertiamo insieme con la scusa di fare musica.
STRUMENTI E FETICISMI
Usiamo strumenti della tradizione classica (come tromba e clarinetto) e popolare (come fisarmonica e mandolino), ma anche quelli usati nel rock e nel pop (come basso, chitarra acustica e chitarra elettrica). Suoniamo la chitarra acustica a dita nude e con diversi tipi di plettro, ma la tecnica preferita resta il fingerstyle. Abbiamo a disposizione due chitarre acustiche: la prima con corde in bronzo con un diametro che va da 0.11 a 0.52 mm, restituisce un suono caldo e corposo. La seconda monta corde in seta e acciaio e regala all'udito sonorità morbide e dolci che farebbero commuovere anche una statua di gesso.
AMICI E SUPPORTERS
La famiglia degli Arbitri comprende altri amici che ci aiutano in vari modi nel nostro progetto. Ci sono Michele Arcangeli che ci disegna, Giovanni Imparato che ci registra, Gianluca Rossetti che ci fotografa e Andrea Mazzanti che cura i contenuti web.
E naturalmente, ci siete voi che ci amate.