’esordio sulla lunga distanza della , che con singoli come “Pillole”, “Mille guerre” e “L’ultima notte” e Ep come “Spazio” e “18 anni” in questi due anni si è imposta come rivelazione (e che ora cerca l’affermazione), è un disco che fa della semplicità, della schiettezza e della sincerità i suoi punti di forza. Negli undici pezzi che compongono “Specchio” Arianna Del Giaccio – questo il vero nome della cantautrice, ultima scoperta di Bomba Dischi, etichetta tra quelle che in questi anni hanno contribuito di più a cambiare i connotati al pop italiano, lanciando i vari Calcutta, Pop X, Carl Brave, Franco126, Psicologi – racconta di storie d’amore giunte al capolinea (“Giornate noiose”), di relazioni immature (“Cicatrici”), di quanto è doloroso e difficile diventare adulti (“Castelli di lenzuola”), parlando direttamente ai ragazzi della sua generazione.
Problemi con i genitori, felpe prestate, temporali nello stomaco, giornate passate tra le coperte mentre fuori piove (“Iride”) oppure spese a spiare il mondo fuori da dietro le persiane (“Spifferi”), relazioni che durano quanto una storia su Instagram (“Mi hai fatto credere di essere speciale per un giorno / per un nanosecondo / poi m’hai sparato un colpo”, canta in “L”, dove torna a rivolgersi ad una ragazza): a pensarci bene, tra le artiste della sua generazione Ariete è quella che si avvicina di più ad un’idea di corrispettivo italiano di cantautrici come Girl in Red e Clairo, eroine del pop nato in cameretta e poi finito in cima alle classifiche.