ARKENEMY Together As One Luculliano come back per i comaschi Arkenemy, quartetto che può anche fregiarsi il vanto di aver involontariamente ispirato i più celebri Archenemy nella scelta del monicker. "Knife_Blood_Pain" aggiunge un tassello in più verso la conquista della libertà consacrata dalla pura e deviante velocità d'esecuzione, mentre la galoppata di "Nothing Can Save You", ancora una volta, spezza una lancia a favore della Vago, autrice unica, per l'occasione, anche di musiche e liriche. "The Circle", "Sunset" e la relativamente sporca "Wire The Others" confermano le ipotesi riferite lungo queste righe e suggellano un fulgido esempio dello stato di salute che gode la nostra penisola in campo metallico. Le strutture rivendicano il senso d'appartenenza a quel taglio tecnico che arrise ai succitati mostri sacri, ahimè scevre di piccole bizzarrie ma altresì pregne di accelerazioni e rallentamenti che faranno la gioia degli irriducibili. I riff, salvo rarissimi di casi d'immancabili deja-vu, nascondono una genesi lunga e ragionata, al fine di apparire autentici e per nulla stantii. Merito del mastermind Usvardi, granitico anche sul versante puramente canoro, un growl dalla squisita parvenza umana, splendidamente efficace nell'esprimere quel senso di rabbiosa agonia che non cede mai il passo alla rassegnazione. Credere in loro stessi ha portato la giusta ricompensa. www.arkenemy.com