AROVANE “Atol Scrap" (DIN/Audioglobe) CLEEN “The Voice” (Accession/Audioglobe) L’immagine più ricorrente che si materializza di fronte agli occhi della mia mente durante l’ascolto di “Atol Scrap”, debutto (che fa seguito a due 12” e a un 7”) di Arovane, è quella di un glaciale paesaggio islandese (ho evitato l’abusato scandinavo...) in cui nulla si muove e si potrebbero trascorre giorni interi con la sensazione che l’immobilità regni sovrana. E ogni qual volta tale materializzazione avviene mi convinco di avere tra le mani un bel disco. Ovvio che si debba evidenziare come i suoni siano forzatamente statici, però quel modo di concepire l’elettronica, che tende a minimizzare ogni sfumatura, a reiterare i processi sonori e a utilizzare micro strutture ritmiche, se manipolata con gusto e umanità riesce a convincere. Proprio come accade per Uwe Zahn, l’artista di Berlino che si cela dietro tale sigla. Ne consiglio l’ascolto in cuffia per esplorare al meglio i soundscapes preparati da Arovane. Evidentemente Daniel Myer di Haujobb crede nel progetto Cleen e dopo un paio di lavori (“Designed Memories” e “Second Path”) non entusiasmanti torna a far parlare di sé (mentre tutto tace sul versante Haujobb) con un maxi CD di 9 tracce. Sette versioni della title track (remix di Beborn Beton, :Wumpscut:, And One, Steril, ecc.) a cui si aggiungono “Sunburst” e “0361” e il solito arredamento di sample, nella fattispecie da Alien 3, 2001 Odissea Nello Spazio, Matrix, Daft Punk, Surgeon, ecc.!. Segnaliamo come l’etichetta non sia più la Zoth Ommog e infine evidenziamo come Myer (accompagnato dal cantante Thorsten Meier) abbia intuito che la strada da percorrere per i Cleen è quella che conduce ai dancefloor alternativi, però continuo a esprimere dubbi sugli esiti della proposta, troppo di maniera e usurata.