ARSONISTS Quando L'Hip Hop Scotta... Musica che infiamma, è il caso di dire. A tal punto da riscaldare gli animi già piuttosto accesi di gente come Alec Empire e i suoi Atari Teenage Riot. Ed ecco infatti, ospiti a sorpresa in 60 Second Wipeout, più a sorpresa di quanto abbiano potuto esserlo una girrl riottosa come Kathleen Hannah e un industriale del metallo come Dino Cazares: D-Stroy, Freestyle, Jise One e Q-Unique. Mai sentiti nominare prima, vero?! Né il nome collettivo che i quattro, con supplemento di Siwel Boogie, hanno scelto per se dirà molto di più ai più: Arsonists. Traducetelo con "piromani" e non sbaglierete. Tipi che appiccano incendi dolosi, costoro. A parole, visto che siamo in zona hip hop. Hip hop della "nuova scuola" cresciuta emulando la "vecchia", sia chiaro. Basti dire che il veterano della compagnia, Q-Unique, è uno che ha bazzicato per anni - dieci! - nel giro della Rocksteady Crew, il team di breakdance più longevo e prestigioso che ci sia, quello raggruppato agli albori del fenomeno da Crazy Legs e Frosty Freeze, in seguito immortalato sul grande schermo in una sequenza di Flashdance. Q-Unique è arrivato a beatificazione avvenuta, ma ha fatto in tempo comunque ad impadronirsi dei fondamentali della "danza spezzata", immergendosi così nel cuore dell'hip hop. Non gli è da meno D-Stroy, che da quando ha cominciato a diffondere i suoi nastri nel circuito newyorkese è diventato uno dei ras del mixtape. I due sono in combutta da sei anni almeno: fu infatti nel '93 che cominciarono a farsi valere nel sottobosco hip hop di Brooklyn con la denominazione Bushwick Bomb Squad. A un paio di anni più tardi, una volta trovato cioè l'assetto definitivo con il reclutamento degli altri tre rappers citati, risale la scelta del nome scottante impiegato tuttora. Risultato: tre bianchi e due neri, a conferma vedansi casi recenti come quelli di Jurassic 5 e Quannum - della mutazione etnica e genetica, oltre che formale, in corso in alcuni settori dell'hip hop. L'evoluzione della specie, se credete. E di evoluzione si può parlare senz'altro in senso stilistico, a proposito degli Arsonists. Cresciuti alla scuola di minimalisti del funk come Premier e Rza, i cinque ricorrono a cadenze e sonorità dotate di qualità impressionista. Impressionante l'effetto, soprattutto se completato e rafforzato dalla sintassi ritmica del verbo. Versi raffinati e carichi di metafore, allusivi e penetranti: pirici anziché empirici. Poca roba da ascoltare, a tutt'oggi: tre mix - The Session, Venom e Seed, i brani principali - resi rari da tirature esigue come si conviene nell'area indipendente a cui appartengono le etichette - Fondle 'Em e Serchlite, quest'ultima fondata dal Third Bass MC Serch - che li hanno pubblicati. Strano, poi, che il quarto della serie, Pyromaniax, preambolo all'attesissimo e imminente album As The World Burns (quasi tutti i brani già editi - compreso un classico sotterraneo come Halloween - rielaborati in versioni inedite, con sei episodi nuovi di zecca come bonus), porti impresso il nome Matador, affermato marchio a denominazione di origine controllata per il rock alternativo made in USA.