ARVO PART "Un'architettura fatta di continue e sottili variazioni": questa definizione potrebbe ben rappresentare l'intero corpus compositivo di Arvo Pärt (al secolo Arvo Augustovic Pjart), il musicista estone nato a Paide nel 1935. Oggi universalmente noto per la potenza tranquilla delle sue opere, eminentemente vocali, e per un'accorta strategia di promozione dell'Ecm di Manfred Eicher, che ha saputo diffondere il suo lavoro anche nel pubblico meno interessato alle vicende delle note classiche contemporanee, Part è stato il primo compositore estone ad interessarsi alla serialità (del '61 è l'oratorio "Il Cammino del Mondo"), per dedicarsi poi allo studio della musica medievale. Un cammino che lo ha condotto, a metà degli anni Settanta, a definire le coordinate stilistico-estetiche di tutte le composizioni più recenti; in particolare lo sconvolgente effetto 'tintinnabulum', il suono di campane che sembra sprigionarsi dalle voci quando, sul suono fondamentale, si stagliano i tre suoni distinti dell'accordo perfetto. Il tutto su un impianto di suono che sembra privilegiare la sospensione del tempo e dalle passioni, un distacco grave e infinitamente meditabondo che pare davvero prossimo al silenzio, ma in accezione esattamente rovesciata rispetto al 'non-evento' del "Silence" di John Cage. La breve intervista con il maestro Part è stata realizzata a Genova al Teatro Carlo Felice, in occasione della prima esecuzione italiana del "Cantique des Degrés" per coro ed orchestra, una composizione ispirata dagli otto versetti del Salmo 121 della Bibbia.