Il secondo disco post reunion degli Atari Teenage Riot non fa altro che ricalcare il successore “Is This Hyperreal?”, per fortuna lo fa nel migliore dei modi. Il terrorismo sonoro a cui Alec Empire e Nic Endo ci avevano abituati è andato ovviamente smussandosi e anche “Reset” è per molti aspetti un disco più melodico e accessibile, ma non troppo plastificato. Vero è che se una volta il termine “hardcore” in cui si poteva identificare il gruppo era una bomba sonora a base di chitarre extreme metal e sferzate elettroniche, oggi lo si può vedere edulcorato dalla ricerca della melodia intrigante e del refrain indovinato. Il tutto avviene però nei limiti della sobrietà. In questo senso è intrigante ascoltare un brano come “J1M1”, che si muove su di una base industrial chiassosa ed efficace, mentre il synth prende molto spunto dalla wave anni’80, tessendo passaggi piacevoli ed effetti sonori imprevedibili. Le voci dominano, quella di Nic in particolare, che scandisce refrain ipnotici laddove i pezzi vogliono essere mnemonici e far scatenare l’ascoltatore (“Transudcer”). Tranquilli però, gli A.T.R. del 2014, a oltre vent’anni di attività e le simpatie suscitate tanto nel circuito elettronico quanto in quello metal, non dimenticano di tirare fuori i muscoli e quando lo fanno c’è da divertirsi, ma bisogna essere accorti e schivare i pugni che ci arrivano. “Death Machine”, “Modern Liars” ma anche una più elettronica “Erase Your Face” parlano bene, lasciando spuntare rigide chitarre e percussioni selvagge, senza evitare però che l’insieme torni ad essere guidato da una melodia portante di grande effetto e che invita al disimpegno. Un buon disco questo “Reset”, forse non fondamentale per chi ha conosciuto la band nel passato, ma di certo gradevole e una buona base su cui andare avanti a costruire quel futuro che i nostri sono sempre riusciti ad anticipare.