Gli Atomic Ants sono l’esempio vivente del fatto che il crossover gode di buona salute, nonostante molti lo diano per morto o moribondo. Il loro lavoro - sia chiaro - non rivoluziona nulla, ma è proprio cimentandosi con energia e in maniera mai banale con stilemi ormai classici del genere (o dei generi) che gli Atomic Ants riescono a valorizzare ancora questo tipo di musica. Tra le influenze, buona parte del crossover più melodico (gli Incubus e i Papa Roach di “Infest”su tutti), e soprattutto i Faith No More (omaggiati esplicitamente con l’intro di batteria di “Cupid”, ricalcata su quella di “Midlife crisis”), da cui riprendono, tra le altre cose, il gusto per l’eclettismo e l’uso attento delle doppie voci. Il disco è suonato con la giusta energia richiesta dai canoni del genere. Alberto Serra, impegnato alla voce, dimostra di aver recepito la lezione di Mike Patton e vanta una versatilità davvero non comune, passando con facilità da un cantato morbido e sinuoso ad uno più nervoso e aggressivo. A ciò aggiunge un inglese credibile e una notevole estensione vocale, come dimostra “Cupid”. Le chitarre si intrecciano bene tra di loro, e la sezione ritmica produce un muro di suono piuttosto potente, anche se l’utilizzo che il batterista Fabrizio Ghiselli fa del doppio pedale sfora spesso e volentieri nell’abuso. La produzione è sicuramente uno dei non pochi punti di forza di questo lavoro: i suoni sono estremamente curati, pieni e profondi, quasi da produzione ‘americana’. INFO: www.atomicants.it