La speciale, unica fusione di uomo e macchine perpetrata dall’ingegnere Tristan Shone, figura moderna quasi più accostabile all’ideale dell’inventore ottocentesco che a quella di un ‘normale’ musicista, approda nei nobili reami della Relapse. Osservare che una delle label iconiche in fatto di estremismo musicale, fondamentale nel dare fiato ad alcune delle espressioni più esaltanti di avanguardismo e brutalità in campo metal, prenda sotto la sua ala protettrice questo ragazzo californiano, la dice lunga sull’importanza assunta dal progetto Author & Punisher. Una fama consolidata, ancora più che dai dischi, dai manufatti costruiti personalmente da Shone, che gli permettono di creare mostri sonici non avvalendosi per nulla di strumentazione tradizionale. Ed è proprio l’aura mitologica, leggendaria, assunta dalle performance live, in cui quest’unico uomo, circondato e rivestito di attrezzatura meccanica/robotica in uscita da un film di fantascienza, si cimenta in stritolamenti sonori terrificanti a base di industrial, noise, doom e drone, ad avere mosso principalmente gli interessi verso il progetto. Il suono in sé, se vogliamo, è paradossalmente più inquadrabile e fruibile rispetto a quello che il contorno, il racconto del personaggio e dell’ingegnere Shone, possano far trapelare.
Le reminiscenze di Nine Inch Nails e Godflesh sono lampanti e hanno costituito il principale bacino d’influenze cui attingere, sfrondando man mano le componenti più disturbanti, per consentire all’orecchiabilità di fondo di affiorare e rivestire progressivamente di un suo potere attrattivo le canzoni, invece di intasarle di angoscia e rumori da incubo. L’afflato lugubremente atmosferico, dovuto a una reinterpretazione personale e sinistra di dettami darkwave, post-punk ed elettronica crepuscolare, ha portato quei sentori di umanità che permettono oggi a “Beastland” di essere un oggetto tutto sommato malleabile per il pubblico metal e delle sonorità ‘alternative’ in generale. Le asperità più pronunciate sono state levigate, le scabrosità che dal vivo rendono i concerti di Author & Punisher un’esperienza di lancinante dolore, vengono relativamente ammansite