AUTOBEAT Da dove vengono gli Autobeat? Franco: L'ispirazione mi è venuta un giorno in cui, frugarinodo nelle foto di famiglia, ne ho trovata una di mio padre, vestito tutto anni '60, ed era appoggiato a una macchina... poi, poco tempo dopo, ho visto il Sorpasso, di Dino Risi. E' accaduto tutto in un lasso di tempo molto breve. Ho associato la foto e il film, e l'idea che ne è venuta fuori è stata quella di un automobilista beat che, come Gassman, gira il mondo a bordo della sua Spider, dandosi ai piaceri della dolce vita, non curandosi delle responsabilità e degli impegni. È un automobilista che se ne frega di tutto, ed è questa immagine di spensieratezza che caratterizza il nostro gruppo. Ma nella vostra musica di anni '60 è soprattutto quest'ambientazione, questa spensieratezza del mondo anni '60 che è arrivata a noi... infatti, in realtà, nella nostra musica di anni '60 ci sono solo citazioni e omaggi sparsi qua e là. Il disco è nato in un paio d'anni, in cui sono stati scritti 15 pezzi, che sono rimasti fermi per un po' perché li ho incisi da solo, poi è arrivato Mozza (Alessandro Cortini), che ha suonato le prime vere chitarre sugose degli Autobeat, dopodiché c'è stato un periodo, che in gergo tecnico si chiama "preproduzione", dove sono state registrate anche le batterie vere, da Andrea Musetti (che suona con i CrackDown), e il basso, da Massimo Selvi, qui ho capito che poteva esistere il gruppo Autobeat, con persone che suonavano davvero sulle cose elettroniche che avevo fatto io... perché ovviamente da solo potevo farle solo con il computer. Poi l'elettronica è bella, è a loro che non piace! Ora ci stiamo preparando a suonare dal vivo. Le differenze rispetto al lavoro precedente vengono fuori ad ogni livello... Comunque i testi rimangono sempre "ironici, pieni di non-sense e giuochi di parole", come dici tu. Per citare alcuni pezzi di canzoni, ci sono gli specchietti per allodole per i giovani, che sono Karl Marx è morto e Marijuana, fino all'imitazione del modo di cantare di Edoardo Vianello, che scandiva tutte le consonanti, come in Stanze... perché alla fine noi siamo veramente giovani e le allodole non sono male! La nostra musica, finora, l'ho spacciata per elettro-beat, elettro-rock-beat, wave, boh, beat elettronico... elettro-beat...... Franco Naddei: voce e robe di plastica. Ha suonato per 4 anni con gli Aria Nera, duo elettrico, col quale ha inciso un disco per la Contempo Records di Firenze. Nel '94 ha creato uno studio di registrazione, e dal '94 a oggi ha lavorato come fonico un studio e dal vivo, nei concerti locali di grandi artisti come Yellowjackets, Joe Zawinul, in tour con i Quintorigo nel '99 e altri... Marco Battistini: basso e contrabbasso. Apprezzato session-man negli studi locali, ha collaborato a diverse incisioni. Musicista versatile, suona anche in un quartetto di jazz fusion (Mama Ennì Quartet). Michele Barbagli: chitarra. Chitarrista giovane, dallo stile psichedelico anni '70, visto sul palco con gli ZeroZero, nota crossover band locale, della quale faceva parte anche Battistini. Collabora anche lui con studi di registrazione locali. Tomaso Graziani: batterie vera e batterie plastica. Batterista d'esperienza, in tour con Ivan Graziani, ha collaborato con Paolo Belli e altri artisti italiani. Alterna l'attivita live a quella di session man in vari studi di registrazione.