Il progetto Autunna et sa Rose si pone come fine precipuo la sintesi di diverse forme d’arte, principalmente di poesia e musica. A livello specificamente musicale le composizioni possono essere catalogate in uno stile d’avanguardia classico-contemporanea, con svariate influenze riferibili a diversi autori novecenteschi, anche degli ultimi decenni.
Si è sovente utilizzato, riferendosi al genere artistico proposto, il termine teatromusica, una forma in partenza musicale che possiede in realtà distinte connotazioni ed aspetti se non contenuti teatrali: essa viene più compiutamente intesa nel senso e nella misura in cui vari linguaggi espressivi vanno ad intersecarsi fondendosi in un tutto coerente, amplificando così lo spettro emotivo e ricettivo del fruitore. A tal fine, infatti, da alcuni anni si è anche arrivati a coltivare la videoproduzione, realizzando filmati da proiettare contestualmente all’interno degli spettacoli, con l’intento di offrire una più completa interpretazione e visione d’insieme.
In tale ottica di interdisciplinarietà artistica è nato anche il nuovo progetto: esso si presenta infatti come un’opera unitaria nei contenuti ma duplice nella forma. Entrelacs du rêve (Atmosphere Records, 2017) rappresenta in effetti il corrispondente musicale – sotto forma di brani legati tra loro ma aventi differenti strutture compositive – dei sogni narrati nel libro dal titolo omonimo, ma in italiano, Intrecci del sogno( reperibile, anche in formato e-book, su vari store tra cui lafeltrinelli.it e amazon.it). Grazie ad una dettagliata analisi a ritroso nella memoria, le narrazioni scavano nel profondo di una psiche forse disturbata, ma anche complessa e in grado di elaborare immagini per le quali non esistono interpretazioni scontate. Inoltre, alcune opere grafiche sono state create ad hoc con l'intento di fornire una rappresentazione interiore, oltre che "concreta", di alcuni momenti e visioni cruciali presenti all'interno dei sogni.
Alla realizzazione di Entrelacs du rêve hanno concorso vari musicisti: vale certamente la pena di ricordare tra essi i fondamentali contributi del soprano leggero Sonia Visentin (nota da diversi anni come interprete essenziale in varie opere di Claudio Ambrosini e Adriano Guarnieri) e del mezzosoprano Matilde Secchi, ancora una volta insieme, in grado di intrecciare i loro soavi vocalizzi e gorgheggi con l’intento di avvincere il fruitore nella più plumbea sostanza onirica.