Nel 2009, nel profondo della notte del Mali, il virtuoso della kora Ballaké Sissoko e il violoncellista francese Vincent Segal registrano Chamber Music. Premiato con un "Victoire de la Musique" (il Grammy francese) e promosso con 200 concerti in tutto il mondo, l'album ha raccolto recensioni entusiastiche diventando subito un 'classico'. Una tale risposta di pubblico e critica poteva facilmente portare ad un “Chamber Music, vol. 2.”, ma ripetersi non è una formula che si adatta a Ballaké Sissoko. Costantemente rinvigorito dalla pratica quotidiana e dagli incontri che hanno segnato il suo percorso (Toumani Diabaté, Taj Mahal, Ludovico Einaudi, Stranded Horse…) la musica di Ballaké risuona senza sosta come un moto perpetuo, e si basa su melodie mandinghe arricchite di nuovi echi. At Peace è un passo importante sulla strada che collega la memoria e l'innovazione, la profonda conoscenza della storia e l'insaziabile sete di scoperta. "Non voglio rifare Chamber Music” conferma Ballaké Sissoko,“ma inserirmi nella sua scia.” Questo è il motivo per cui Vincent Segal torna a collaborare nel nuovo album e, come in Chamber Music, mette a disposizione la sua arte nel gestire i suoni. E come per Chamber Music l'impostazione che ne dà è intimista, con gli strumenti ridotti all'essenziale, senza trucchi di produzione, senza sovraincisioni. L'accento è posto sulla spontaneità e la priorità è data alla prima take. Ma questa volta, il numero di persone coinvolte e la varietà di formule utilizzate aumentano. Che si tratti di un solo, di un duo, un trio o un quintetto, in At Peace, Ballaké ama cambiare le posizioni e le dinamiche. Questo gli permette di mettere in pratica in modo fluido e flessibile i principi di una musica che affonda le radici nella tradizione mandinga e si costruisce attraverso l'ascolto reciproco, su un gioco di botta e risposta, sull'equilibrio fra suoni e silenzi e sull'affinità di spirito. La parola 'Pace' che compare nel titolo dell'album non è utilizzata invano e non è solo una figura retorica, è il suono del fermento e della combinazione sonora e umana sollevata da Ballaké. E senza dubbio è il suo primo strumento. Registrato ad Angoulême nello studio del contrabbassista jazz Kent Carter, At Peace raccoglie attorno a Ballaké una serie di compagni d'avventura di lunga data e di grande stima, oltre a Vincent Segal, troviamo Aboubacar «Badian» Dabiaté, nei fraseggi di chitarra (principalemente a 12 corde), l'essenziale e discreto Moussa Diabaté alla chitarra a 6 corde e Fasséry Diabaté, i cui tratti sottili al balafon apparivano già inTomora e Chamber Music.