La prima traccia “Clear Language” nasce proprio così, da un loop minimalista di synth e piano a seguire. La semplicità e la leggerezza sono gli elementi principali e - allo stesso tempo la forza - di un sound tanto personale e caratteristico. Pulsazioni di vibrafono e ritmi di batteria di "Sky Could Undress" rimandano a scenari in stile Mogwai ma molto semplificati. Quando si inseriscono gli arpeggi di chitarra il mood non cambia, anzi viene accentuato l’aspetto intimo e crepuscolare (“Slow Stone”, “55”, “First Light”). “Ecco” e “Behind The World” accentuano la componente elettronica che resta sempre al servizio di una rigorosa opera di sottrazione.
I Balmorhea si confermano capaci di ricreare sonorità di fascino e semplicità. Né rabbia né spigolosità: il loro viaggio è estraniazione, sogni a occhi aperti, unico modo di fuga da una realtà che ci sovrasta quotidianamente con il suo caos.More: www.balmorheamusic.com www.facebook.com/pages/Balmorhea/32316089021 www.twitter.com/balmorheamusic