Ad accompagnare l'annnuncio di Things Are Great, la pubblicazione di “Crutch”, primo singolo estratto: con un'iconografia simbolica tanto quanto una litografia di Frida Kahlo, la traccia è uno splendido capolavoro in cui la chitarra è protagonista e che cattura alla perfezione il motivo per cui sono ancora una delle band più importanti della loro generazione.
Il frontaman Ben Bridwell ha affermato:
“I think like a lot of my songs, ‘Crutch’ starts with something from my real life. Obviously ‘Crutch’ means some of the things that I was dependent on. My relationship for one. I think I wanted to say, ‘I’ve got a crush on you,’ and I thought it was funny how relationships also feel like crutches. I feel like everybody has had a time when nothing goes right and you still have to carry on. I think that feeling hits you in this song even if you don’t know what the specifics are.”.
Questa volta Bridwell ha avuto un ruolo più importante nella produzione di quanto non avesse mai fatto in precedenza, producendo o co-producendo ogni canzone dell'album.
Ha chiamato alcuni storici collaboratori e amici tra cui Jason Lytle di Grandaddy, Dave Fridmann e Dave Sardy, ma non sono stati solo loro ad aiutarlo a ottenere il suono che aveva in mente: per la prima volta ha lavorato con l'ingegnere Wolfgang "Wolfie" Zimmerman. I due si sono capiti immediatamente e questa istintiva empatia la si può notare in tutte le tracce del disco.
Emozionalmente intense le canzoni sono state scritte per la maggior parte prima che il mondo si chiudesse a causa della pandemia, quando tutti noi abbiamo dovuto affrontare la nostra mortalità e abbiamo iniziato a fare il punto della nostra vita. Things Are Great ci mostra un Bridwell più autobiografico di quanto non sia mai stato, raccontandoci nel dettaglio le nebulose frustrazioni e le silenziose umiliazioni che arrivano quando una relazione cambia e ciò che una persona può fare per sistemare le cose. E cosa fare quando, invece, non puoi.