Il lavoro di Bandit è un materiale incandescente e difficile da maneggiare, forse pericoloso. Per capirlo dovete immaginare un Rino Gaetano, financo un Guccini, lasciato a fermentare per mesi tra i suoni e gli odori della Barona. Quel che ne esce è una mostruosa quanto audace commistione di stili e registri che coniuga il gusto per la provocazione intelligente all’irriverenza della più cafona periferia italiana.
Nichilista convinto senza patria e senza Dio, cerca di rifuggire qualsiasi forma di impegno, ma gli basta distrarsi un secondo perché l’inconscio gli riporti a galla anni di fedele ascolto cantautorale. Così, dopo aver cacciato a calci nel culo l’impegno dalla porta, lo lascia subdolamente rientrare dalla finestra… In qualche modo, non sempre, in ogni caso nega che questo accada