BASEMENT JAXX Remedy Un album destinato a diventare un nuovo punto di riferimento per la club culture della fine degli anni Novanta. Uno di quei dischi, insomma, con cui, in un modo o nell'altro, tutti i dj e i musicisti che guardano con attenzione alle piste da ballo dovranno fare i conti. Mettiamola così, semplificando: i due stili dei quali più si è scritto e dibattuto nelle ultime stagioni sono certamente drum'n'bass e big beat. Eppure, il successo che riscuotono sulle piste è in rapida diminuzione. Le ragioni sono, rispettivamente, che il drum'n'bass è oramai confinato nella sua più cupa ortodossia, trasformato com'è in una nuova forma di hardcore "purista" senza gioia né trasporto. Mentre il big beat (o la contigua scena, cosiddetta, breakbeat), a parte il successo pop di un Fat Boy Slim, è in mano a musicisti che proprio non sono capaci di far "girare" un groove, ed oltretutto sembrano più di ogni altra cosa intenti ad insultare l'intelligenza di chi li ascolta. Tuttavia, nelle ultime stagioni le piste da ballo hanno massicciamente riscoperto l'house music. Una house music tutta nuova e oggi, cone non accadeva da molto tempo a questa parte, in continua mutazione. House music che sta reinventendo se stessa in molte maniere (intelligent-house, nu-garage, etc), ma che sopra ogni altra cosa sta riportando il feel al centro della pista, e la gioia e la voglia di stare insieme a far giorno (e le ragazze finalmente tornano a ballare!). Per questo in alcuni dei migliori e più fantasiosi esempi di nuova house europea, il tradizionale suono americano (quello, ad esempio, ispirato alle produzioni di Todd Edwards ed Armand Van Helden, ed allo stile "spirituole" di Kerri Chandler) si arricchisce di molti elementi, apparentemente, "estranei": chitarre flamenco, ritmi in two-step, effettistica ad alta tecnologia, profumi di soul e funk e r&b, hip-hop, cadenze africane, e altro ancora. Andando così a definire una nuova forma di dance "underground" di nuovo libera (liberata!) da stereotipi, preconcetti e fondamentalismi. Per aggrumarsi, infine e nel migliore dei modi, in questo Remedy che, sotto molti aspetti, è il più eclettico, fresco e variegato prodotto dell'intero orizzonte house. Un album tanto ricco e multiforme da sfuggire ad ogni etichetta. Tanto che, probabilmente, il modo migliore per definire (se proprio dobbiamo farlo) la musica che contiene è proprio il più semplice dance music. Ci sono altri album che, dal mio punto di vista, sono "musicalmente" migliori, o che, presumo, "invecchieranno" meglio. Nessun altro tuttavio sembra riuscire a cogliere il "momentum" come Remedy. Questo preciso angolo di 1999 che i Basement Jaxx sono riusciti a fotografare come nessun altro.