Può uno degli EP d’esordio più convincenti degli ultimi tempi provenire da un gruppo capitanato da un – non più giovanissimo – musicista attivo discograficamente dal lontano 1992? E può uno degli EP d’esordio più convincenti degli ultimi tempi provenire da un gruppo che in più di un’occasione – senza volere essere necessariamente cattivi – suona come una cover band dei Goo Goo Dolls? La risposta per entrambi i quesiti è, incredibilmente, affermativa. Stiamo parlando dei Beach Slang – power trio di Phildelphia guidato da tale James Snyder, per anni voce e chitarra dei punk-rocker Weston – e del loro debutto discografico Who Would Ever Want Anything So Broken?. Quattro tracce per undici minuti di rimarchevole compattezza, in cui il trio – che si completa con JP Flexner, già batterista negli Ex-Friends, e con Ed McNulty, bassista dei NONA – si cala abilmente nel ruolo di fiero sbandieratore di un modo di fare rock tipicamente East-Coast, viscerale, genuino, sentito e passionale, ma allo stesso tempo diretto e senza troppe pretese. Un concetto e un’attitudine non così facili da rintracciare negli ultimi anni, se non in band come Gaslight Anthem (ecco, non gli ultimi…), Titus Andronicus, Japandroids e, in forma più articolata, Cymbals Eat Guitars.