___ BEAT DEGENERATION ___
Beat Degeneration
"Il loro power pop ha sì una chiara ascendenza Sixties, ma che curiosamente appare filtrata attraverso il gusto e la sensibilità di un adolescente anni Novanta. Cosa piuttosto singolare visto che la mente e il braccio del progetto, Guido Giorgi, transitato anche attraverso le porte girevoli dei Jennifer Gentle, in quegli anni era praticamente ancora in fasce. In Dream Machine c’è tutto quello che pensereste di trovare in un disco del genere: assoli, coretti, schitarrate acustiche, la distorsione che parte proprio quando uno se l’aspetta, la ballad, “Sweet Louise”, che è veramente dolce quanto il titolo suggerisce. Anche quando sembrano svariare verso altri generi, il dream pop alla The Pains Of Being Pure At Heart o la psichedelia in acustico alla Ty Segall, il tutto appare comunque generosamente glassato. Ogni tanto si sentono un po’ di rumorini e voci trattate, messi lì a sporcare il tutto, ma l’insieme rimane sempre molto easy, al limite del tormentone."
(Angelo Borelli per The New Noise)