La noia cittadina. Mi sento bloccato. Essere al verde. Tutto ciò crea la musica dei Bee Bee Sea, che provengono dalla piccola città del nord Italia di Castel Goffredo. Eppure non hanno impedito al trio di creare inni a rotta di collo che documentassero l'insoddisfazione o di sviluppare una spaventosa reputazione dal vivo. E, freschi di aver festeggiato dieci anni come band, la band è ora pronta a pubblicare Day Ripper, il loro terzo e più vibrante disco di sempre. Bee Bee Sea - Wilson Wilson alla chitarra e alla voce, Giacomo Parisio al basso e Andrea Onofrio alla batteria - si sono incontrati appena usciti dal liceo e si sono subito legati alla musica. "Quando non c'è niente di buono intorno a te, meglio formare una band" recita il loro motto - e così hanno fatto. I classici degli anni Sessanta come i Beatles, gli Who e gli Stones costituivano la maggior parte del loro repertorio come cover band, e suonavano in qualsiasi bar che li volesse. "Ci piacevano le band", spiega Wilson, "e nel tempo siamo diventati più rock e abbiamo iniziato a dedicarci al punk". E ora sono pronti a scatenare Day Ripper nel mondo, dieci tracce incendiarie piene di spigolosità, tensione e alimentate dalla frustrazione: "ripper" è proprio la parola giusta. Dall'orecchiabile ed effervescente sbuffo del primo singolo "Be Bop Palooza", allo sporco garage punk di "Drags Me Down" e "Telephone", è un disco che ti lancia per la stanza prima di inchiodarti contro il muro e urlare dentro la tua faccia. Le canzoni si susseguono come un derviscio rotante, tutti tamburi al galoppo e frenetici power chords, a volte in bilico sull'orlo del collasso. Eppure tale caos è proprio ciò che rende Day Ripper così avvincente e così divertente.