Cantante, solista di tromba e cornetta, produttore, arrangiatore, compositore, narratore e poeta, Ben LaMar Gay è un vulcano inesauribile di idee musicali.
I suoi affreschi creativi nascono nell’ambiente stimolante del South Side di Chicago, metropoli che ancora una volta si caratterizza come ribollente contenitore di talenti eccedenti le categorie.
LaMar Gay, pur avendo partecipato ai collettivi dell’AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians, celebre fucina artistica fondata da Muhal Richard Abrams nel 1965), possiede una visione musicale del tutto personale, una ibridazione progettuale che deriva dalle tante sue esperienze di arte e vita, non ultima la sua residenza a Rio de Janeiro negli anni passati.
La sua discografia è assai particolare. Il suo primo vero album ufficiale, Downtown Castles Can Never Block The Sun, è in realtà una antologia realizzata pescando da ben sette dischi precedenti, che l’artista aveva prodotto e inciso in privato e in seguito pubblicati dalla International Anthem, l’etichetta che documenta le avanguardie pulsanti della Chicago del nostro secolo.
Anche se legato al mondo del jazz, soprattutto nelle collaborazioni con altri autori, Ben LaMar Gay concepisce la musica come un campo aperto ad ogni possibilità linguistica. Se è importante l’attitudine all’improvvisazione, altrettanto lo è la canzone visionaria e surreale, debitrice per certi versi nei confronti del tropicalismo brasiliano (Benjamim e Edinho). Così come l’elaborazione elettronica e la stratificazione derivata dalla musica ripetitiva.
Ma è la cultura hip-hop quella che spinge LaMar Gay nei suoi straordinari incroci tra voce recitante, ritmi irregolari, sintetizzatori stralunati (500 Chains).
Tutte queste influenze trovano il punto di fusione più esaltante nella raccolta di Open Arms to Open Us, tra i dischi più geniali di questi anni.
Parallelamente alla carriera solista, LaMar Gay ha partecipato a molti importanti progetti: Theaster Gate’s Black Monks of Mississippi, Black Earth Ensemble di Nicole Mitchell, Flesh and Bone di Mike Reed, NIS di Joshua Abrams, Bitchin Bajas, Bottle Tree, CAQ di Matthew Lux. È stato elemento stabile nei gruppi di Makaya McCraven ed ha collaborato con Jaimie Branch.
Nel 2022 Ben LaMar Gay ha suonato in diversi festival internazionali, tra cui quello di Berlino e a Roma nella recente rassegna “Fauves”.