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BENOIT MARTINY BAND

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Disco omonimo in cui impavidi musicisti tra Olanda, Belgio, Italia, suonano le composizioni/improvvisazioni di Benoit Martiny. Si parte subito con la fanfara rock di "Present Dance," con una chitarra che fa tanto hard rock e lascia libera strada ai sassofoni. Una allegra dichiarazione di intenti questo primo brano: nulla sarà concesso ad un eventuale pigro ascoltatore. Ecco infatti con "Seriously Damaged" ascoltarli attaccando violentemente con un ritmo ska in levare, proseguire senza paura verso strade hard rock, mentre la batteria picchia, e i sassofoni eludono inizialmente, ma poi ci riconducono al tema principale. Infatti, il metodo utilizzato per le strutture dei brani è sicuramente quello di una improvvisazione "controllata," dove le parti lasciate alla libera interpretazione dei musicisti hanno durate prestabilite. "Silent Phones" è esempio chiaro di questa "regola/non regola," un lungo brano dove si ascolta una chitarra acustica, poi elettrica, un coro, tutte parti che elaborano una tensione d'attesa per il tema portante, una facile melodia quasi pop e orecchiabile. Più jazz e swing la batteria di "Katrina's Voodoo," mentre la chitarra dissona dapprima, e lascia di stucco dopo, debordante ai confini del metal. Così southern blues è invece "Out of the Bubble," con la sua cadenza affannata e la chitarra con tanto di slide e armonica. Non abbiamo tuttavia nemmeno il tempo di completare queste righe che la band ci porta verso un'altra strada, frenetica, ossessiva e minacciosamente metal. Il tutto, come da copione, nello stesso medesimo brano. "Invasion" è una poetica e sorniona composizione indefinibile, appunto sui generis, malinconica, romantica, attardata, con un preciso solo di contrabbasso, un altro solo motivatamente hendrixiano di chitarra elettrica, con le corde di quella che presupponiamo essere una fender stratocaster, martoriate tra urla pazze di sassofoni. Non crediamo che con questo album la band di Benoit Martiny abbia completato il suo ciclo, è abbastanza urgente infatti una ricerca forse affinata e lunga sulla materia del suono, soprattutto in fase di registrazione in studio. I sassofoni ad esempio, sono registrati troppo "vicino" all'ascoltatore mentre la chitarra dovrebbe variare maggiormente nella scelta delle equalizzazioni e nella varietà delle distorsioni. E' quello che spesso impone la completa schizofrenia stilistica. Una ricerca approfondita. www.myspace.com/benoitmartinyband

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