Benoit Pioulard Hymnal Il fedelissimo Kranky, Thomas Meluch alias Benoit Pioulard, arriva alla sua quarta uscita in sette anni con l'etichetta indipendente di Chicago. Le premesse non cambiano granché rispetto ai lavori precedenti, se non per un soggiorno europeo di un anno tra il Sud-Est dell'Inghilterra e l'Europa continentale. Proprio durante la residenza europea, la composizione e le registrazioni di Hymnal hanno preso vita. In particolare Pioulard, cresciuto in un background cattolico ma non praticante, riscopre e resta affascinato dalle radici religiose del vecchio continente, tra cattedrali e iconografica cristiana. Un'atmosfera di timida purezza pastorale e un tocco di sacralità contadina avvolgono il tipico rarefatto cantautorato di un musicista ancora in grado di emozionare, prendendo tanto dalla flebile introversia drakeiana quanto da una spensieratezza dream-shoegazey. Field recording di uccellini e campane domenicali, arrangiamenti d'archi dei label-mate Felix – ovvero Lucinda Chua e Chris Summerlin – e la sei corde ambientale di Kyle Bobby Dunn, fanno inoltre da cornice a un lavoro che, viaggiando sulle reminiscenze campestri di Ekstasis di Julia Holter, rievoca malinconie di borgata mitteleuropee e mette ancora una volta in gioco la personalità del ventottenne multi-strumentista del Michigan. Pur nella forse eccessiva assenza di ambizioni, non mancano piacevoli intermezzi ambient e anzi, nel complesso, questo spaccato folktronico risulta equilibrato e riuscito. www.pioulard.com