Vital è un corpo che, dentro, riflette, mentre, fuori, si muove con dinamismo. L’iniziale Abating The Incarnation Of Matter si trascina con ritmiche ottundenti e sofferenza di fondo, espressa dalla riot voce lancinante di Wattie, cercando di prendere subito le distanze dalle gabbie della materia e relative classificazioni. Il concept dietro all’opera, mai monocorde o pretenzioso anche perché essenziale persino nell’uso delle parole, è espresso bene dalla successiva Half Breed, numero di pieni e vuoti con parole tratte da un saggio di Alexander Chee dedicate alla cancellazione e alla banalizzazione della discriminazione verso le persone di razza mista, come lo sono appunto Chee e Wattie. Gli otto e passa minuti si fanno carico di riflessioni sociopolitiche di peso: «[Il] modello per la storia dei mezzosangue [è] nascosto in ogni cultura; storicamente non ci sono concessi né i privilegi della classe dirigente né la comunità di coloro che sono governati. Per ogni lato che ci rinnega, rappresentiamo tutto ciò che l’altro non ha. Sopravviviamo solo se siamo valutati, e siamo valutati solo per la forza, o la bellezza, a volte per l’intelligenza o l’astuzia».