Quarant'anni di musica giamaicana, dai primi vagiti dello ska alle ultime tendenze del dancehall style, hanno evidenziato a più riprese quanto il concetto di riutilizzo e di recupero / riadattamento sia stato il filo conduttore di questa fantastica avventura sonora. Quando la vena creativa, dopo la morte di Bob Marley prima, e alla fine della prima metà degli anni '90 poi, sembrava agonizzare, il reggae ha saputo sempre autoalimentarsi e rimescolare le sue creazioni migliori per dare vita a fenomeni artistici di successo. In questa visione, lo sforzo artistico di Bitty Mclean, forse la più bella voce della scena UK degli ultimi venti anni, appare oggi come l'ennesima stupefacente conferma di questa magia che si rinnova. Come è stato sottolineato ampiamente dalla critica, l'album “ On Bond Street” del 2005, con la sua totale presa di distanza dall'omofobia, dal sessimo e dal tema della legalizzazione della cannabis, è in un certo senso l'antitesi dello stereotipo del reggae di questi ultimi anni. Birmingham, che dai giorni dei disordini di Handsworth ci ha sempre regalato vibrazioni impegnate e di qualità dagli Steel Pulse a Macka B, questa volta suggerisce la riscoperta degli “ swinging sixties “ giamaicani, dominati dalle figure geniali e a tratti romantiche di produttori come Coxsone Dodd e Duke Reid e dalla loro splendida musica. Il loro beat, il rocksteady, unito allo stile di mostri sacri dell' r'n'b come Nat king Cole o i Temptations sono gli ingredienti che fanno dei dischi di Bitty Mclean una ricetta perfetta, adatta a soddisfare anche il palato di chi solo oggi si avvicina al mondo del reggae. La nuova voce di Birmingham, figlio della tradizione consolidata dei sound system del Midlands britannico, raggiunge i primi successi nel '94 con “It keeps rainin'” e “ Dedicated to the One I love “ e nello stesso anno grazie alla ala protettrice degli UB 40 conosce l'apprezzamento delle platee di mezza Europa. Lo scorso anno, dopo una costante ricerca tesa al perfezionamento dello stile, Bitty arriva alla sua maturità artistica con l'album “ On Bond Street” per l'etichetta Peckings. La sua voce e il sax di Tommy Mccok dei leggendari Skatalites corrono a braccetto lungo i solchi del vinile con una incredibile coesione sebbene incisi a quarant'anni di distanza l'una dall'altro. Ritmi come “Inez” ad esempio, datato 1967, suonano in questo disco freschi e coinvolgenti come le ultime tendenze del bashment giamaicano che riempono le classifiche di mezzo mondo. L'ennesima scommessa del reggae con Bitty Mclean è vinta e alla luce della ribalta di voci classiche come quella di Roger Robin o Natijah a questo punto è lecito affermare che il suono vintage giamaicano è pronto a ritagliarsi ancora una volta un posto di tutto rispetto nei gusti di vecchi e nuovi amanti delle vibrazioni in battere e levare. www.myspace.com/bittymcleanmusic