Si dice che Jim Sclavunos – storico batterista di Nick Cave e di parecchia altra gente importante – sia rimasto talmente colpito da un'esibizione dei Black Moth da offrirsi come produttore per il loro esordio, di un paio d'anni fa. Ora il giovane quintetto di Leeds ritorna con un nuovo album, Condemned To Hope, a confermare quanto ben riposta fosse quella fiducia; Sclavunos si occupa di nuovo della produzione, mentre l'artwork è affidato al leggendario Roger Dean – uno che dagli anni Settanta in poi ha realizzato copertine memorabili. Aperto dal riff mostruoso di Tumbleweave, il disco azzanna l'ascoltatore con un contagioso groove metal, che nel ritornello azzecca una gran melodia e un inatteso cambio di tempo; l'atmosfera è dark e il suono massiccio, illuminato dalla voce sensuale di Harriet Bevan, decisamente insolita per il genere. Più che dai vecchi classici heavy, però, i 'Moth sembrano pescare dal rock alternativo – basta prendere le cadenzate Looner e Red Ink, o i r'n'r sparati di Set Yourself Alight e White Lies. C'è spazio anche per lentezze doom, almeno in un paio di casi strepitose (The Undead King Of Rock'n'Roll e la title-track, psichedelica come certe cose dei Soundgarden di Superunknown), e addirittura un blues psych imprevisto e imprevedibile come Slumber With The Worm. Condemned To Hope dice insomma di una band davvero promettente e difficilmente etichettabile, di sicuro tra le realtà più interessanti della musica pesante di oggi. http://www.themothpit.co.uk/ www.facebook.com/themothpit