Blatta & Inesha Surface Tension Dario 'Blatta' Aiello e Ignazio 'Inesha' Aronica partono nel 2006 su Mantra Vibes con vari singoli dal suono meticcio word-housey à la Nôze, professando il loro verbo ai party mensili Mad In Sicily. In pochi anni sfondano su etichette internazionali come Dim Mak, Kitsuné, Lektroluv, Mental Groove, Bad Life e Crux con un groove personale, che taglia il post minimal con il fidgeting, restando però ancorato a fresche coordinate mediterranee/Italo. Una miscela esplosiva, una macchina da ritmo contagiosa apprezzata più negli Stati Uniti, in Francia e in Germania che in patria. Oggi arrivano finalmente al full Surface Tension. Per cercare una via interpretativa c'è da premettere almeno che i due provengono da mondi alieni al dancefloor: le coordinate musicali pre-B&I sono infatti l'electrojazz e l'hip-hop. Due universi che collidono e generano una cornucopia di ricordi applicati proprio sul full. Il disco parte bene con la bomba (osannata tra gli altri da Vice) We Don't Know, che riporta alla mente le atmosfere di certa classicità french tagliata con inserti e crescendi acido-fidget, il tutto condito da un'ottimo savoir faire clubbistico in produzione. Tanto per capirsi il richiamo è alle atmosfere electro di fine 2010s, riletture di un certo Felix Da Housecat con lo zampino di molta Ed Banger. In questo si ritrovano anche gli stab della successiva (e autoironica nel titolo) Too Many Glowsticks con il feat. dell'amico Doc Trashz, cinque minuti di puro trip da dancefloor senza scampo. Roba da rave smascellato post-Chemical Brothers (vedi in questo anche Like Nobody Else). Si passa poi ad un omaggio agli anni '90 di Moby, CRX e dell'UK più illuminata (James Lavelle) con il feat. di Keith & Supebeatz in In The Air. Un ammicco pure all'urban electro-pop-soul con la cover da passare in radio dei TV On The Radio In (Staring At The Sun con il featuring vocale di Patrick Benifei dei Casino Royale). Il giochino compattissimo con i Fare Soldi (Malavoglia), booty e L.A. al punto giusto del truzzo, l'inasprimento dei toni con le seghe taglienti di Tamburi che rimescolano il rave con il fidgeting, l'Interlude 90 à la Robert Miles, la resa dei conti con Mr. Oizo in Ghostbuster (pezzo con il drop più convincente), l'avvicinamento a Marco Carola e alla scuola napoletana in Obsolete e la bella chiusa hypno in Ode To Kate. Blatta e Inesha esordiscono sulla lunga distanza con un disco compatto, che rielabora il passato più prossimo con uno stile personale e con singoli mai banali, pronti per l'uso da consolle, freschi ma non a scadenza immediata. Insieme a Riva Starr, Fare Soldi e a pochi altri conterranei, manifestano un interesse per l'house che viaggia per conto proprio, con un occhio di riguardo per la melodia, intrecciata a puntino con un dosato gusto per il ritmo, sempre a puntino con drop e beat curatissimi. Mad in Sicily again? Yes, please. www.blattainesha.com www.facebook.com/blattainesha