Una bella sintesi di almeno 40 anni di storia della musica africana, che scivola via nei virtuosismi chitarristici di uno dei migliori strumentisti del suo continente (Rockerilla)
Un diario di bordo di un viaggio di ritorno sentito e melodicamente ispirato (Il Mucchio Selvaggio)
Un disco al sound inconfondibile, al tempo stesso internazionale ed esotico, contemporaneo e world (Rolling Stone)
Fermati un attimo, mettiti le cuffie e inizia a sognare. Questo è “Deran” l'ultimo, stupendo album di Bombino (Rockol)
Un artista simbolo di un popolo e di un genere musicale. Un musicista capace di dare suono compiuto al deserto e di portarlo con successo in tutto il mondo diventando la prima vera star tuareg. Un virtuoso dello strumento, uno dei migliori chitarristi blues viventi a detta del New York Times, che vanta collaborazioni con i più grandi nomi della musica, da Keith Richards e Stevie Wonder a Robert Plant, Jovanotti e Dan Auerbach.
Deran è infatti scritto e cantato interamente nella sua lingua madre, il Tamasheq, ed è anche il suo primo album registrato su suolo africano, a Casablanca, nello studio del re marocchino Mohammed VI.
Un ritorno a casa che vuole promuovere un messaggio di speranza e augurio, proprio come dice il titolo stesso del disco che in italiano significa “Migliori auguri”, a un mondo che sta vivendo un periodo di grande dolore e tumulto.
Deran è un album viscerale, forse il suo lavoro più diretto e coinvolgente, che mostra ancora una volta la grande capacità di Bombino di unire l'eredità orgogliosa e senza tempo dei nomadi del deserto con il rock di oggi, l'improvvisazione virtuosa e una contagiosa esuberanza sonora.
Dieci tracce incise in dieci giorni, alcune originali e altre ispirate a canzoni della tradizione Tuareg; dieci inni alla ricchezza e alla bellezza della cultura del suo popolo, alla necessità di riconoscerne il valore anche nel mondo contemporaneo.
Con la consueta maestria e maestosità alla chitarra e il suo suono elogiato da Pitchfork come autentico e ambizioso, Bombino crea un universo complesso ma semplice all'ascolto, dimostrando ancora una volta la sua abilità di lavoro su diversi generi. In Deran infatti si mescola folk e rock, passando per il blues e il funk e naturalmente il sottogenere “Tuareggae”, di cui il chitarrista è pioniere e precursore: un blues/rock tuareg solar, sporcato di reggae e bounce.
Bombino oggi è un artista acclamato in tutto il mondo ma non ha mai reciso i legami con la sua terra madre, anzi, è riconosciuto anche dal popolo Tuareg come uno dei più abili e ricercati musicisti in circolazione. Ha collaborato con artisti del calibro di Stevie Wonder, Keith Richards, Robert Plant, Dave Longstreth, Dan Auerbach, Jovanotti e molti altri, ed è stato ospite dei più importanti festival internazionali, dal Bonnaroo, al Citadels, dal Coachella al Newport Folk Festival.
Dopo le date bolognese al Biografilm del 16 giugno e romana a villa Ada il 20 giugno, il tour italiano prosegue il 31 luglio al festival Mundus di Carpi (MO), il 1 agosto al Castroreale Millazzo Jazz di Milazzo (ME), il 3 agosto al Dromos Festival di Mogoro (OR), il 30 agosto all'Adriatico Mediterraneo di Ancona, il 12 ottobre al Sabir Festival di Palermo e il 26 ottobre al Festival Musica dei Popoli di Firenze.
BIOGRAFIA
Nato e cresciuto in Niger, nella città di Agadez, Bombino (al secolo Oumara Moctar) fa parte della tribù tuareg, una popolazione nomade che discende dai Berberi del Nordafrica. Il popolo Tuareg ha combattuto spesso per la difesa dei suoi diritti contro il governo del Niger, costringendo più volte Bombino e la sua famiglia a fuggire. Durante uno di questi esili, alcuni parenti in visita dalle prime linee della ribellione lasciarono una chitarra e Bombino iniziò a capire come suonarla. In seguito studia con il chitarrista tuareg Haja Bebe che gli chiede di unirsi alla sua band: è in questo contesto che si guadagna il soprannome di Bombino – una lieve storpiatura della parola italiana “bambino”. Negli anni dell’adolescenza trascorsi tra Algeria e Libia, gli amici di Bombino gli fanno scoprire – tra gli altri – alcuni video di Jimi Hendrix e Mark Knopfler. Bombino inizia poi a lavorare regolarmente come musicista e come pastore nel deserto vicino a Tripoli, trascorrendo molte ore da solo curando gli animali ed esercitandosi alla chitarra. Alla fine, ritorna in Niger dove continua a suonare con alcune band locali. Mentre cresce la sua leggenda, la troupe di un documentario spagnolo lo aiuta a registrare il suo primo album, “Guitars from Agadez Vol. 2”, che nel suo paese diventa anche un successo radiofonico. Nel 2009 Bombino incontra il filmmaker Ron Wyman, che aveva ascoltato una cassetta dell’artista mentre viaggiava nell’area di Agadez. Wyman rimane incantato dalla musica di Bombino e trascorse un anno a cercarlo, trovandolo alla fine a Ouagadougou, nel Burkina Faso, dove si era rifugiato dopo che due membri della band erano stati uccisi in una rivolta. Wyman inserisce Bombino in un documentario che sta preparando sui Tuareg e produce “Agadez”, il suo album solista del 2011 che esordì al primo posto della World iTunes chart. Il 2013 è l’anno di “Nomad”, il suo secondo album, prodotto da Dan Ayerbach dei Black Keys. E’ il disco che dona a Bombino la fama internazionale, grazie anche al lungo tour mondiale che ottiene uno straordinario successo. Solo in Italia oltre 70 date, fino ad arrivare al grande bagno di folla della Notte della Taranta. Rolling Stone lo inserisce fra i migliori 50 album di quell’anno. Il 1° aprile 2016 esce “Azel”, terzo album in studio e altro grande successo dell'artista, e infine il 18 maggio 2018 il quarto, “Deran”.