E' innegabile che l'autoproduzione di un album rappresenti ormai l'unica alternativa per una band senza contratto per farsi conoscere alle masse in un periodo di crisi dell'intero mercato discografico. Per nostra fortuna esistono ancora band come i maceratesi Bothers che non si lasciano scoraggiare e immettono sul mercato un incazzatissimo debut intitolato "No Way Out" con risultati tutt'altro che caserecci: layout grafico e produzione sono pregni di una cura certosina e i contenuti prettamente musicali non sono certo da meno. Thrash sulla scia delle ultime produzioni di casa Testament e con frequenti richiami agli Exodus, riff quadrati e carichi di groove, frequenti cambi di tempo ben supportati dalla voce al vetriolo di Matteo Stronati che non lesina energia e cattiveria durante le nove composizioni incluse nel lotto. Fortunatamente il lavoro non poggia le proprie basi sul semplice sfoggio delle qualità dei musicisti coinvolti e non ci si deve sforzare poi molto per apprezzare la qualità delle composizioni: i Bothers non si tirano indietro quando c'è da pestare duro e forti di una sezione ritmica semplice ma compatta riescono nell'intento di rendere godibili le composizioni seppur riproponendo una formula non propriamente nuova od originale (ma importa veramente a qualcuno? Ndr.). Le chitarre del duo Cardinali/Venturini non lesinano energia e convincono senza mezzi termini producendo riff taglienti e dotati di una buona varietà tali da garantire fruibilità anche ai brani con minutaggio elevato: inutile evidenziare pezzi migliori in un album tanto compatto e con una qualità ottimamente distribuita negli oltre quaranta minuti di durata. L'olocausto prodotto da canzoni come "Massacre", "Stave To Soul", "Hateful Revenge" o la conclusiva "Last Day On Earth" non lascia scampo e sebbbene ci sia qualche passaggio un po' forzato (uno su tutti l'"Oh oh" in "Kill For Insanity") sono decisamente i pregi a prevalere sui difetti di questo rilascio. Senza nulla togliere alla validità del lavoro, è necessario evidenziare che lo snellimento di alcune strutture avrebbe reso più godibili alcune tracce e una produzione più oculata avrebbe conferito al basso un suono più distintivo e riconoscibile anche nei frangenti più concitati delle composizioni. Come evidenziato in queste righe, "No Way Out" è comunque un album di assoluto valore che non ha NULLA da invidiare alla numerose uscite del settore: considerata la relativa giovinezza del progetto, non si può rimanere che stupiti dal risultato ottenuto e va dato onore e merito ai Bothers per averci deliziato - e massacrato - con la loro pubblicazione. Speriamo che qualcuno - oltre ai nostri lettori - si accorga delle potenzialità del quintetto. Caldamente consigliati. www.bothersband.com