BOUBACAR TRAORE’ – MALI DENHOU Ecco un nuovo disco di Boubacar Traoré, ed ecco dopo qualche anno ancora e finalmente la sua voce discreta e profonda, la sua chitarra che ha la grazia e i colori di un’arpa, le melodie circolari e leggere che ci sprofondano nell’Africa delle origini, delle distese sconfinate, della vita più vera. In questa produzione più che nelle sue precedenti Boubacar si avvicina al Mississipi, nella congiunzione finale delle due musiche dell’anima, quella dei neri del Mali e quella dei neri della Lousiana: merito anche della presenza, a volte quasi ingombrante, dell’armonica in cui soffia Vincent Boucher, suo compagno in questo viaggio. Mali Denhou è un disco di canzoni soffici e asciutte che Traoré arrangia con schiettezza e austerità, pizzicando la sua chitarra e gorgheggiando sulle linee melodiche, dall’ipnotica M’Badeou di apertura alla Mali Tchebaou di chiusura, che incede con la grazia di una filastrocca tra il suono ammaliante della kora e il canto ispirato di Boubacar. Mali Denhou è fra le migliori di quelle perle che ci arrivano (fortunatamente spesso) dalle sponde del Niger, da quel Mali che è davvero una delle capitali della musica del mondo: un disco che, ne siamo sicuri, ritroveremo nelle cose migliori di fine anno. MARC RIBOT – SILENT MOVIES Si adatta bene a queste ultime giornate d’inverno, uggiose e grigie, Silent Movies: è l’ultima fatica di Marc Ribot, eclettico e geniale chitarrista statunitense. Prestando a volte le sue sei corde ad artisti del calibro di Tom Waits, Norah Jones, o il nostro Vinicio Capossela, o altre invece liberandosi da questi impegni e lasciando spazio alla sua creatività in dischi a suo nome (qualcuno ricorda quei cubani posticci?), Marc Ribot si è guadagnato in questi anni il credito che gli spetta, quello che merita un musicista capace di riscrivere i canoni della musica contemporanea tirando fuori dalle sue chitarre idee e sentimenti nuovi. Silent Movies è una raccolta di tredici ballate scritte come colonna sonora per film, per film già girati e ai quali Ribot offre questo nuovo accompagnamento, o per film mai prodotti, mai nati, film che esistono solo nella testa del chitarrista e che noi possiamo solo immaginare e ricostruire, ascoltando quei pezzi. Una colonna sonora reale per una cineteca immaginaria dunque, nella quale Marc Ribot dipinge affreschi straordinari con il solo suono di una chitarra, lui e la sua chitarra e nient’altro, niente parole e nessun altra voce o altro timbro: pezzi che scivolano delicati e intimi, ora sussurrati come nella ninna-nanna di Postcard from N.Y., ora severi e drammatici con nella Variation 1 di apertura. Ciò che ha di incredibile Silent Movies è che davvero porta l’ascoltatore a figurarsi nella mente le scene di quei film immaginari, e non è difficile pensare alla mano del Wim Wenders di Non bussare alla mia porta quale migliore strumento per creare uno scenario adatto ad essere musicato da Delancey Waltz, probabilmente il pezzo più riuscito di tutta la raccolta. Il disco si chiude con una ripresa di Sous le ciel de Paris, resa immortale dalla voce di Edith Piaf, e che Ribot interpreta con deferenza e discreto: è l’ultima perla di un disco certamente di non facile approccio, ma capace di stregare l’ascoltatore fin dalle prime note. https://fr-fr.facebook.com/boubacar.traore.music